Cos’è la Consulenza Filosofica

La consulenza filosofica è una relazione d’aiuto caratterizzata da un approccio non clinico al benessere dell’individuo, dei gruppi e delle organizzazioni. Il lavoro filosofico ha il suo fulcro nell’incontro con l’altro, momento nel quale si creano filosofie o si destrutturano quelle che provocano al cliente blocchi o disagi attraverso l’ascolto attivo e il dialogo. L’idea di base della consulenza filosofica è che ognuno di noi ha una propria visione del mondo che sottende alle proprie scelte, atteggiamenti e comportamenti di cui spesso non si è consapevoli e che pure agisce costantemente nel nostro modo di rapportarci alla realtà. Quando nasce “il problema” ecco che esso diviene una opportunità per restituire le parole al pensiero e rinominarlo disegnando cornici di senso autentiche e più coerenti con i propri obiettivi. E` dal problema che nasce la riflessione filosofica. Non quindi una filosofia fine a se stessa, che problematizza e si risolve in una pratica astratta e lontana dalla realtà, bensì un atteggiamento interrogante e di ricerca della strada giusta da percorrere nel “qui ed ora”.

Caratteristica peculiare della consulenza filosofica è quella di non avere un metodo –come avviene nelle scienze- ma di lavorare sui metodi, poiché ogni individuo e situazione è singolare e in continua evoluzione. Attraverso il “pensare insieme” si vuole raggiungere l’obiettivo di far scoprire al cliente i suoi stessi mezzi, risorse e potenziale per costruirsi la propria felicità.

Qualche parola in più…

Il come e il perché della consulenza filosofica

A cosa intende fare riferimento la saggezza popolare quando rumina l‛espressione prendila con filosofia? Prescindendo per un istante dalla vuota e sterile ripetizione – prodotta da coloro che restituiscono il detto popolare solo perché a loro volta l’ hanno orecchiato senza ben capirlo – la saggezza dei nostri avi intende riconoscere ai filosofi la capacità ! di confrontarsi con gli accadimenti sapendoli leggere a livelli diversi, evidentemente contestualizzandoli, decostruendoli, relativizzandoli. Dall’ epoca dei Sofisti – Gorgia e Protagora prima di tutti – i filosofi hanno sviluppato, fra le altre, una specifica attitudine al pensare problematico, che ascolta il problema dell’altro e lo rilegge da differenti angoli prospettici. Così il pensiero, al posto di vacillare in prossimità! di ossessioni e buchi neri, si apre e riparte, scansa la chiusura e regala all’uomo piccoli istanti di relativa felicità, impensabili nella solitudine dell‛ansia. A furia di chiudersi nelle varie Accademie, i filosofi avevano smarrito la voglia di dialogare con i loro tempi, di calcare le polverose strade del mondo, preferendo la secessione e la turris eburnea. Negli ultimi vent’anni, però, le cose sono cambiate e nuove generazioni di filosofi si sono formate in un’altra luce, hanno sviluppato nuove competenze e attitudini, imparando a dialogare con i nuovi bisogni di sensatezza, drammaticamente all’ordine del giorno in tempi di crisi come i nostri.

Quando, nel marzo del 2006, ho rilasciato la mia prima intervista, per Novara oggi, la gentile e giovane giornalista ritraduceva le mie parole con altre, lontanissime da quelle che avevo usato: mancava certamente un lessico comune e condiviso e rischiavamo di non capirci; a quei tempi – per la giornalista come per la totalità! dell’opinione pubblica – il filosofo era, in Italia, solo una stravagante variante del topo da biblioteca. Oggi molta acqua è passata sotto i ponti. La crisi del modello psicoterapeutico e i tempi dolorosi che stiamo attraversando ormai da anni lasciano il soggetto in un disorientamento preoccupante e vertiginoso. In questa dimensione la consulenza filosofica può! costituire un valido aiuto. Il consulente filosofico non lavora sull’inconscio, non scandaglia il rimosso, non stritola la mente alla ricerca di ciò che non la fa essere perfetta. Il filosofo si limita ad ascoltare e suggerire strade: non dirige, non educa, non fa lezione. In momenti di crisi personale, affettiva, lavorativa il sapere filosofico può! suggerire metamorfosi, cambiamenti di strada, differenti letture e prospettive del medesimo problema. La filosofia non promette miracoli – non lo ha mai fatto, al contrario di altre sedicenti nuove scienze – ma, come da sempre sanno gli uomini, cerca la sensatezza nei nostri giorni, dunque trasforma gli orizzonti e innesca metamorfosi.

Come ben sapeva Aristippo di Cirene che, a un padre che gli aveva affidato l’‛educazione del figlio, ma che lo interrogava su quale fosse l’utilità della filosofia, rispose: “se non altro perché egli non si sieda in teatro come pietra su pietra”.

La formazione culturale è un percorso che non deve avere fine.